Il Camoscio sul Monte Bove
Si svolgeranno la prossima settimana, a partire da lunedi 25 settembre, le operazioni di trasferimento di un nucleo di Camoscio Appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise al Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il programma previsto dal Piano d’Azione ha l’obiettivo di riportare sulle montagne dell’Appennino centrale il Camoscio d’Abruzzo al fine di garantire la conservazione della specie. Il documento tecnico è stato elaborato dalla commissione scientifica composta da esperti dell’INFS, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, del PNALM e dell’Università di Siena. Esso prevede varie azioni di conservazione tra cui l’insediamento di nuovi nuclei riproduttivi, sulla dorsale dell’Appennino centrale, operazione questa iniziata negli anni ’90 con la reintroduzione nel Parco Nazionale della Maiella e nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
“Dopo il successo delle azioni di reintroduzione nei Parchi abruzzesi, - dichiara il Direttore del Pnalm Aldo Di Benedetto - anche nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini tornerà a vivere lo splendido ungulato simbolo degli ambienti rupestri dell’Appennino centrale”. Un’operazione che Alfredo Fermanelli, Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, non ha esitato a definire come storica in quanto essa “rappresenta non solo elemento di recupero e salvaguardia degli equilibri ecologici dei Sibillini ma anche e, soprattutto, un intervento straordinariamente importante per il futuro e la sopravvivenza del camoscio appenninico”, specie unica al mondo di cui, come noto, agli inizi del secolo scorso, era sopravvissuta solo una piccola popolazione sulle balze rocciose della Camosciara.
Il branco sarà prelevato dalla Val di Rose, cuore del Parco, e trasportato con l’ausilio degli elicotteri del Corpo Forestale dello Stato sulle praterie del Monte Bove nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un secondo rilascio è previsto per il 2007.
Le operazioni saranno condotte dal veterinario dell’Ente Parco Leonardo Gentile, dal personale dei Servizi Sorveglianza e Scientifico del PNALM in collaborazione con i tecnici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, del personale del CTA del Corpo Forestale dello Stato, coadiuvati da altri esperti biologi e veterinari e con la supervisione del Professor Sandro Lovari dell’Università di Siena.
Con l’occasione il Commissario del Parco Giuseppe Rossi ha espresso la propria soddisfazione dal meeting di Europark in corso a Oxford dove partecipa per Federparchi in rappresentanza dei parchi italiani: “Si tratta – ha dichiarato il Commissario - di uno dei più importanti – se non il più importante – progetto di conservazione di rilievo internazionale realizzato negli ultimi anni. Ho avuto per altro modo di parlarne proprio in questo in giorni con molti colleghi dei parchi europei al riscontrando l’apprezzamento unanime per quest’opera di restauro ecologico del territorio appenninico e per l’impegno del Parco nella tutela della natura e la promozione di un sano sviluppo sostenibile.”
(Fonte Parco Nazionale Monti Sibillini)
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